|
Vigliano
Biellese |
pagine a cura di |
|
organo della
Bottega Organara Dell’Orto & Lanzini, 2007 |
L’ultimo salmo che chiude il libro
del salterio, il 150°, è un grande inno di lode a Dio in cui tutti gli
strumenti sono coinvolti nel suono festoso:
Lodate Dio nel suo santuario…,
Lodatelo con il corno,
Lodatelo con arpa e cetra.
Lodatelo con timpano e danza,
Lodatelo con strumenti a corda e flauti,
Lodatelo con cembali risonanti. Alleluia.
Noi vorremmo aggiungere:
Lodatelo con l’organo maestoso,
Lodatelo con i canti armoniosi e solenni.
La nostra comunità in questo
tempo pasquale dell’anno del Signore 2007 ha la gioia di inaugurare un
bellissimo organo costruito secondo la tecnica secolare della “trasmissione
meccanica”, come suggerisce anche la nota pastorale della CEI sull’Adeguamento delle chiese secondo la riforma
liturgica del 31/05/1996 al n° 21 che dice: «Nella scelta di nuovi organi a
canne, laddove è possibile, si preferiscano gli strumenti a trasmissione
meccanica».
Vi voglio, in questa occasione
speciale, confidare che quando il vescovo Mons. Massimo Giustetti mi chiese di
accettare l’impegno di parroco a Vigliano, ai primi di Novembre del 1998, di
sera per non incontrare nessuno, perché non ero ancora stato nominato
ufficialmente, accompagnato da don Luigi Bellotti che era amministratore
parrocchiale, feci il giro dei locali e in primo luogo della chiesa
parrocchiale che osservai con attenzione.
Ad un certo punto gli chiesi se
era possibile salire sulla tribuna a vedere l’organo esistente e lui mi
accompagnò e così potei visionarlo e rendermi conto che si trattava di un
Mascioni pneumatico-tubolare del 1903.
Lo misi in funzione e lo provai
velocemente e ricordo che gli dissi sognando: «L’organo a canne dovrà
riprendere il suo servizio appena è possibile, magari ingrandendolo, aumentando
i registri e le possibilità foniche…».
Altre urgenze hanno avuto la
precedenza, sono passati alcuni anni da quel giorno, ma la provvidenza nel
frattempo non ha perso tempo, il mio sogno si è concretizzato ed oggi ci
troviamo un nuovo grande organo unico nel suo genere in tutto il Biellese.
Le ragioni di questa scelta, le
abbiamo ampiamente spiegate in questi anni e ancora una volta, sono da
ricercare nel desiderio di migliorare la situazione precedente.
Nell’interessantissima storia
contenuta in questa pubblicazione, noterete che dal 1782, anno in cui si
costruì il primo organo a canne, nella nostra chiesa parrocchiale si sono
cambiati o rimaneggiati completamente ben quattro strumenti più il nuovo.
E questo fatto ci dimostra che
nella nostra comunità si è cercato di avere organi sempre più belli, più
efficienti e rispondenti alle esigenze del tempo.
E nel consegnare questo
straordinario dono alla nostra millenaria chiesa dell’Assunta e alla comunità
vorrei fare una breve considerazione.
L’Organo è formato da migliaia di
pezzi (tasti, registri, tiranti e parti della trasmissione, canne…) che presi
singolarmente sembrerebbero insignificanti. Eppure quando tutto viene messo al
posto giusto, il suono che riescono ad esprimere nella loro totalità è maestoso
e coinvolgente.
Non a caso proprio l’organo viene
prediletto per accompagnare tutte le celebrazioni liturgiche della Chiesa.
La nostra comunità dell’Assunta
dovrebbe essere stimolata dal suono di questo strumento e rendersi conto che
soltanto il contributo armonioso di tutte le sue parti le consente di
manifestare l’unità nella diversità.
Secondo la parola dell’apostolo
Paolo, Cristo è come un corpo che ha molte parti: tutte le parti, anche se
molte, formano un unico corpo: “Ora voi siete il Corpo di Cristo e le sue
membra, ciascuno per la sua parte”.
Dio ha assegnato a ciascuno il
proprio posto nella Chiesa (1Cor. 12, 12.26-27). Non c’è dubbio che il nostro
nuovo e stupendo organo rappresenti allo stesso tempo “un’opportunità”, ma
anche una grossa “responsabilità”.
“L’opportunità” consisterà nel
fatto che avremo occasione di partecipare a concerti e a celebrazioni che
indubbiamente ne riceveranno un notevole contributo in solennità e splendore.
“La responsabilità”, non poco
gravosa, ci toccherà tutti in prima persona: come giustificare un organo così
bello, se non con una comunità capace di dare un’immagine di sé altrettanto
mirabile, in grado quindi di essere armoniosa nel contributo di tutte le sue
parti e soprattutto attenta ai bisogni del prossimo?
Soltanto con questo impegno
daremo ancora di più valore alla musica che il nuovo organo ci offrirà.
Termino questa mia presentazione
con un “grazie” a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di
questo prezioso strumento:
Alla famiglia che l’ha
generosamente offerto a noi e alla nostra chiesa
Ad Alberto Galazzo responsabile
della Commissione Organi della Diocesi di Biella che ha seguito con me tutte le
fasi della progettazione e della realizzazione dell’organo e ha curato e
redatto con una minuziosa ricerca storica questa pregevole pubblicazione di
presentazione.
Agli organari Massimo Lanzini e
Carlo Dell’Orto e i loro collaboratori, che con passione e grande competenza
hanno saputo costruire questo unico e originale strumento.
Ai nostri preziosi organisti che
con fedeltà in questi anni si sono alternati nell’accompagnare le nostre
celebrazioni domenicali e che ora saranno ancor più stimolati nel suonare uno
strumento di questo livello.
Possa quest’organo segnare, negli
anni che verranno, ogni momento importante delle nostre famiglie e della nostra
comunità dell’Assunta.
Vigliano
Biellese, 19 marzo 2007, Solennità di San Giuseppe
Mons. Gianni Sacchi, parroco
ultimo aggiornamento di
questa pagina: domenica 27 maggio 2012